Valani

I Sancto Ianne e la Solot raccontano in musica il mercato dei Valani a Benevento

by giulio martino © - 06/05/2010

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IL MERCATO DEI VALANI A BENEVENTO
Quando si raccoglie una testimonianza orale, quando la storia non la si apprende attraverso la scrittura documentale delle classi dirigenti ma per mezzo della parola parlata nel territorio le cui vicende si intende indagare, non si è mai consapevoli di quello che accade, soprattutto se a narrare i fatti - troppo spesso di povertà e miseria - sono uomini e donne che portano ancora sulla pelle i segni della violenza e tra le labbra il sapore della fame.
La storia del mercato dei valani a Benevento è stata ricostruita grazie alla memoria individuale dei protagonisti di questa vicenda, ai quali è stato negato non soltanto il diritto all’infanzia ma anche quello ad una scrittura storiografica.
La pubblica vendita di manodopera agricola si svolgeva a Piazza Orsini il giorno dell’Assunta e, da consuetudine perpetrata nel corso dei secoli, è divenuta, nel secondo dopoguerra, pratica ordinaria tra padroni e servi, nonché il dettaglio irrilevante del giorno festivo per gli abitanti della città. Il quindici agosto di ogni anno, fino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, i contadini poveri conducevano i propri figli maschi, già dall’età di sei o sette anni, nella piazza antistante il duomo, dove un proprietario terriero o “massaro” non soltanto poteva richiedere manodopera infantile senza dover corrispondere il salario giornaliero o mensile al lavoratore, ma poteva controllare la costituzione del minore, toccarne il corpo, visionarne la dentatura, osservarne le mani e valutarne così le capacità e la forza fisica, proprio come accadeva nelle fiere del bestiame. Una volta scelto il ragazzo tra la folla pezzente esposta a piazza Orsini, il padrone stabiliva oralmente con i genitori le modalità di impiego e il tipo di remunerazione: due o tre sacchi di grano e poche centinaia di lire per un anno di duro lavoro. Il mercato risultava il metodo più semplice per sistemare una bocca da sfamare; i minori venivano impiegati come stallieri, bifolchi e pastori, ma all’interno della tenuta spesso i bambini erano costretti a svolgere ogni tipo di lavoro, da quello agricolo a quello domestico. I racconti che testimoniano fatti di violenza, di denutrizione, di abbandono, di inganno sono centinaia, compreso il tentativo di allontanare per sempre il bambino dalla famiglia di nascita.
Il mercato di piazza Orsini non soddisfaceva il fabbisogno della sola provincia di Benevento ma forniva manodopera ai grandi latifondisti di diverse e numerose regioni italiane. Solo la meccanizzazione del lavoro pose fine alla scandalosa vendita del bracciantato povero. A scrivere del mercato dei valani nella seconda metà degli anni cinquanta, sono stati in molti, tutti dopo la denuncia dell’avvocato beneventano Francesco Romano: Corrado Alvaro, Guido Piovene, Luigi Einaudi; Gaetano Salvemini.
Il termine ha origini longobarde e deriva dal tedesco wald, bosco; l’addetto al pascolo e al bestiame veniva definito valanus, da cui, appunto, valano. Ma ad ascoltare le testimonianze di chi quella storia l'a vissuta, sembra che l’unica definizione possibile sia quella di una vita vissuta alla stessa stregua dei cani, bastonati ed affamati ancora in epoca moderna.
Elisabetta Landi

 

 

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